Oltre i confini dell’Amore

In ogni vita esiste un giorno che, senza preavviso, spezza la linea retta della routine.
Quel giorno, spesso nascosto tra altri apparentemente identici, inizia come tutti gli altri. Ma dentro, ha il seme del cambiamento.
Una mattina che sembrava identica a tante altre. Il cielo era lattiginoso, sospeso tra la luce dell’alba e la promessa incerta di un giorno qualunque.
Camminavo con passo rilassato, senza fretta, godendomi una delle rare giornate quasi libere, con pochi pensieri per la testa e il telefono stranamente silenzioso. Il solito caos della mia quotidianità, per una volta taceva.
La strada che percorrevo, la conoscevo a memoria: marciapiedi screpolati, aiuole trascurate, facciate familiari.
Eppure, bastò un dettaglio minimo per deviare il corso di quella giornata.
Alla fermata del bus, una figura colpì il mio sguardo con la forza improvvisa di una rivelazione.
Era lì, in piedi, come se mi stesse aspettando da sempre.
Portava un vestitino leggero che le sfiorava le ginocchia e, sotto, gambe snelle.
Un volto delicato, reso ancora più vivo da uno sguardo acceso e curioso.
I capelli biondi, sciolti e luminosi, cadevano con naturalezza sulle spalle.
Mi bastò un attimo per capire che non era un incontro qualunque.
Frenai dolcemente e abbassai il finestrino.

«Serve un passaggio?» chiesi, cercando di sembrare naturale, ma la voce mi tremava appena.
Lei si voltò lentamente.
I suoi occhi, chiari e profondi, mi studiarono con attenzione.
Era evidente che esitava. Quel genere di esitazione che non nasce dalla paura, ma dalla consapevolezza di stare per compiere una scelta significativa.
Restò in silenzio per qualche secondo.
Il pullman non era ancora arrivato, ma il suo sguardo vagava tra la strada, il cellulare e il mio volto.
Stava valutando. Forse il ritardo accumulato, forse un’energia inspiegabile che fluttuava nell’aria, la spinsero infine a dire: «Va bene. Ma solo se non ti è di troppo disturbo.»
Accennai un sorriso e aprii lo sportello. «Mai per una persona puntuale.»
Entrò in auto con grazia, sistemando la borsa sulle ginocchia. Profumava di fiori bianchi e qualcosa di più caldo, più vivo. La tensione iniziale svanì quasi subito: iniziammo a parlare, e in pochi minuti mi sembrò di conoscerla da anni. Il traffico scorreva lento, ma le nostre parole fluirono senza intoppi. Le dissi del mio lavoro, lei accennò al suo. Nulla di troppo personale, ma abbastanza da capire che Giulia non era una donna comune. C’era in lei una miscela rara di forza e dolcezza, di ironia e misura. La osservavo mentre parlava: lo sguardo sempre in movimento, le mani che accompagnavano ogni concetto con leggerezza.

Fu un viaggio breve, ma intenso.
Quando la lasciai davanti all’edificio dove aveva l’incontro, mi guardò per un istante prima di scendere.
«Grazie. Forse oggi hai evitato un piccolo disastro.»
«O forse lo hai semplicemente trasformato in un’occasione», risposi.
Lei sorrise.
Un sorriso autentico, che restò con me molto più a lungo del profumo lasciato sul sedile.
Quella mattina, un guasto banale l’aveva obbligata a deviare il suo percorso. Ma era accaduto qualcosa di più. Uno scarto impercettibile nel disegno delle cose. Quell’incontro, nato dal caso, aveva in sé la forza di un inizio. E fu così che il destino, con la sua mano invisibile, tracciò la prima curva in una storia che ancora non sapevamo di voler scrivere.

Olivia J. Bennett

Qui di seguito potete trovare i link alla versione integrale del libro: