25 Novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

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Da piccola mi chiedevo spesso che senso avesse dedicare un giorno ad una specifica ricorrenza,

mi sembrava inutile, quasi una presa in giro… come dire…

“ti segno sul calendario così non potrai sostenere di essere lasciata in disparte”.

Oggi, sono una donna adulta e, per certi versi, il pensiero è sempre lo stesso.
Cos’è cambiato? Quasi nulla, se non una lista di nomi che tende a non finire mai:

2022

Nadia Bergamini
Simona Michelangeli
Rosa Alfieri
Daniela Cadeddu
Anna Borsa
Vincenza Ribecco
Anastasiia Bondarenko
Naima Zahir
Carol Maltesi
Tiziana Gatti
Giada
Viviana Micheluzzi
Liliana Caterina Mancusa
Romina Vento
Angela Avitabile
Sonia Solinas
Romina De Cesare
Stefania Pivetta
Giulia Pivetta
Noelia Rodriguez Chura
Nevila Pjetri
Camilla Bertolotti
Jenny Gabriela Serrano
Lijdia Miljkovic
Lorena Puppo
Gabriela Trandafir
Renata Alexandra Trandafir
Elisabetta Molaro
Donatella Miccoli
Cristina Peroni
Nadia Zanatta
Catena Debora Pagano
Valentina Di Mauro
Marzia Bettino
Silvana Arena
Alessandra Matteuzzi
Giuseppina Fumarola
Lilia Patranjel
Ilaria Sollazzo
Naomi Cabra
Ilaria Maiorano
Alexandra Elena Mocanu
Slobodanka Metusev
Anastasiia Alashri
Paola Larocca
Martha Castano Torres
Yang Yun Xia
Li Yan Rong
Vera Myrtaj

Il termine femminicidio, che letteralmente indica l’uccisione di una persona di genere femminile, è entrato a far parte del vocabolario italiano in tempi non molto lontani.
La sua prima diffusione risale solamente intorno ai primi anni 2000, periodo in cui alcune figure appartenenti a movimenti femministi, attraverso la pubblicazione di una serie di libri di denuncia sociale, hanno fatto sì che al femminicidio venisse attribuito un valore giuridico internazionale.

La diffusione di questo nuovo concetto di violenza si ha tramite la stampa e i media, e un po’ alla volta entra a far parte del linguaggio comune.

Prima di tale periodo, l’unico termine conosciuto era uxoricidio, la cui radice uxor (moglie), stava ad indicare unicamente l’omicidio commesso nei confronti di questa categoria di donne.

La propensione a far dilagare un termine nuovo come “femminicidio” ha portato, quindi, a identificare l’uccisione della donna, non solo in veste di moglie, ma nella sua accezione più ampia; fino ad arrivare a ricomprendere in tale nozione una serie di condotte scorrette e violente quali ad esempio i maltrattamenti, la violenza fisica e psicologica, lo stalking e ogni altro atteggiamento negativo perpetrato dagli uomini verso le donne in ambiti molto disparati, da quello lavorativo, fino ad arrivare a quello familiare e sociale, comportamenti determinanti la limitazione della libertà e dell’integrità fisica della donna, fino a sfociare nella sua uccisione o nel tentativo di affliggerle gravi forme di sofferenza.

Stando ai dati dell’ISTAT degli ultimi anni, circa dieci milioni di donne, nel nostro Paese, hanno dichiarato di aver subito, nell’arco della propria vita, almeno una violenza fisica o sessuale.

Questo dato spaventoso ha posto nuovamente l’accento su come, ancora oggi, la matrice principale delle forme di violenza contro le donne sia riconducibile alla disparità dei rapporti tra i due sessi.

La maggior parte dei femminicidi avvenuti negli ultimi 10 anni riguarda fasce d’età che vanno dai 25 ai 54 anni e molti di questi avvengono fra le mura domestiche.

Questo fenomeno, purtroppo, evidenzia che spesso le violenze sono perpetrate dal proprio partner; l’uomo, all’interno di una relazione, tende a voler assumere il pieno potere, arrivando a maltrattare, umiliare e a minacciare la donna, fino a giungere alla sua uccisione.

Il femminicidio è una piaga da affrontare, piaga che, evidentemente, non abbiamo ancora compreso come curare.

Sensibilizzare gli uomini e renderli più consapevoli? 

Si, potrebbe essere una soluzione, ma sappiamo bene che una ricetta universale adatta a tutta la componente maschile non esiste.

Gli esseri umani sono differenti, si possono formare delle macro categorie, ma alcune di esse rimarranno sempre escluse da certi schemi e, allora, per chi non apprende come facciamo?

Forme incontrollate di rabbia e violenza sono imprevedibili ed è in questi casi che sarebbe necessaria una soluzione, che appare di difficile attuazione.

Oltre a sensibilizzare e a rendere maggiormente consapevoli gli uomini, tantissime associazioni forniscono alle donne un valido supporto psicologico che possa portarle a comprendere che determinati atteggiamenti che gli uomini attuano sono da considerare segnali d’allarme che possono trasformarsi in vere e proprie tragedie.

Se sei, o se pensi si essere vittima di violenza di genere e stalking chiama il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile.
L’accoglienza è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco.
Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale ed inseriti nella mappatura ufficiale della Presidenza del Consiglio – Dipartimento Pari Opportunità.

Selena Sanna

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