Capelli biondi, leggermente mossi, lunghi appena sotto alle spalle, con qualche ciocca più scura.

Carnagione chiara, occhi azzurri, naso alla francese e labbra carnose.

Alta non più di un metro e settanta, corporatura snella.

Avrai all’incirca 15/16 anni e sicuramente vai a scuola.

Indossi quasi sempre un paio di jeans, una maglietta semplice e un paio di sneakers con i lacci. Si può dire che il tuo stile preferito sia il casual.

Ma non è dato sapere se si tratti o meno di una scelta obbligata.

Tutte le mattine, a passo deciso, con espressione imbronciata fai ingresso sul primo binario della stazione dei treni di Imola.

Il tuo sguardo è sempre fisso verso la tua direzione di marcia, non ti guardi mai intorno, cammini verso la tua meta cercando di ignorare ciò che accade durante il tuo passaggio.

Sei una bella ragazza e forse è proprio questo il motivo che ti spinge a nasconderti dentro a dei vestiti comodi: è piuttosto evidente che desideri sentirti al sicuro.

Ma cara ragazza, purtroppo non è così.

Io sono sul treno che a quella stessa ora fa tappa nel luogo in cui ti trovi anche tu.

E ti vedo, ti osservo, ti ammiro: così piccola e così consapevole di quanto il mondo sia poco sicuro per una giovane che vuole solo raggiungere la sua scuola.

Purtroppo, devi sapere che i vestiti non fermeranno gli sguardi degli uomini assetati, ti guarderanno e ti spoglieranno senza nemmeno toccarti.

Continuerai ad ignorarli, soprattutto quelli decisamente più grandi di te, nella speranza che smettano di lanciarti quelle occhiate che ti creano così tanto imbarazzo.

Ho assistito ad una di queste scene e mi sono sentita davvero impotente.

Il treno aveva appena ripreso la marcia, ma sarei corsa, per te, verso quella persona e contro di lui avrei sfogato tutta quella rabbia che ci insegnano fin da bambini a trattenere.

Tu sei comparsa dall’uscita ovest proprio nel momento in cui quell’essere ti passava accanto.

No, non poteva ammirarti in silenzio e lasciarti vivere la tua giornata, come una ragazza qualunque che sta per iniziare un’altra monotona giornata di scuola.

No, lui doveva guardarti, esaminarti da ogni angolazione, senza esimersi dal fare apprezzamenti piuttosto espliciti, accompagnati da sguardi che solo lui poteva pensare che ti potessero indurre a concedergli anche una sola piccola attenzione.

Lui avrà avuto circa sessant’anni, privo di buon senso, incapace di comprendere che il sedere che si è girato a guardare con molta ammirazione era quello di una ragazzina che stava andando a scuola.

Ma che importa a lui, lui ora può compiacersi di avere espresso il suo giudizio, non gradito, ad una piccola grande donna che ha cercato di ignorare esteriormente quanto appena successo.

Viscido, questo è ciò che è.

Cara ragazza, sappi che siamo in tante a vivere la tua situazione e che

nonostante tu sia costretta ad attraversare un atrio da sola,

ci sarà sempre un potenziale pericolo che ti procurerà angoscia,

ma, oltre a lui,

ci siamo anche noi, DONNE SILENZIOSE, pronte a intervenire.

Guarda avanti e non ti curar di loro, è l’unico modo per sopprimere le loro voglie represse.

firmato, una donna silenziosa


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