La signora si era accorta che le stavo guardando il culo.

Non ho capito se il mio sguardo la infastidisse, la turbasse o le desse piacere.

Non accennò alcuna reazione, lasciando che io continuassi a guardare ed il mondo a girare.

Non so se lo fece per educazione o un senso di prudenza le suggerì di lasciar correre l’evento.

Senza aprirci chissà quale questione sopra, ignorò la cosa, relegandomi ad una sorta di inesistenza.

Non sono più quello di un tempo.

Degli anni giovanili avverto l’assenza degli ardori e di una sfacciata voglia di stupire.

Ho sporadiche erezioni e ancor più rari sono i tumulti al cuore.

Guardo la vita passare.

I miei desideri han ben poca voglia d’esser soddisfatti.

Mantengo un contegno, o cerco o mi illudo di farlo.

Indosso abiti di buona fattura, ascolto l’opera e leggo qualche libro.

Inclino il calice per controllare la purezza del colore del vino, lo faccio roteare e portandolo al naso prima di berlo, sostengo di sentire profumo di frutti di bosco e di peonia.

Giancarlo Pansini

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