Anche questa giornata, lunga, intensa e piena di eventi era ormai giunta al termine e, senza altre sorprese, Eleanor e Luciana, come ogni sera, si sedettero sulla panchina sotto al grande acero rosso con in mano un buon tè freddo, mentre una leggera brezza portava un po’ di sollievo al caldo sofferto durante il giorno.

Giada si era addormentata presto, c’erano volute solamente due pagine del suo libretto preferito e boom… è crollata subito.

Così, mentre Gianni seguiva alla tv il suo programma politico preferito, le due amiche, si godevano la serata in giardino.

<<È stupendo aver trovato casa proprio accanto alla tua Lucy.>>

<<Già>>

ammise Luciana sorseggiando il suo tè

<<era il nostro sogno da bambine, abitare l’una vicina all’altra, i sogni prima o poi si avverano, bisogna solo aver pazienza e fede!>>

Rimasero un po’ in silenzio ad ascoltare la quiete del loro quartiere, infine, Luciana ruppe il ghiaccio

<<Allora stamattina che è successo? Stavo giocando con Giada ma vi ho visti, tutti e tre che chiacchieravate>>

<<Niente>>

sospirò Eleanor

<<li ho presentati e basta, che vuoi che ti dica, Gianni mi ha praticamente trascinata via.>>

<<Geloso?>>

<<Sì, della sua proprietà>>

confermò amareggiata e continuò

<<credimi Lucy, io qui sono rinata.

Ritornare a vivere nel mio paese, rivedere i soliti posti, non pensavo di soffrire così tanto di nostalgia, non pensavo che un anonimo paesino come questo mi sarebbe mancato da morire.

In giro per il mondo è stato bello, soprattutto all’inizio, per tutti ero la moglie del direttore e ci mancava solo che ci stendessero il tappeto rosso ovunque andavamo.

Ho visitato posti stupendi conosciuto tanta gente, ma poi di colpo qualcosa mi ha riportata alla realtà e mi sono resa conto che ero semplicemente la moglie del direttore.

Ero diventata la sua ombra, una donna da sfoggiare a tutti i ricevimenti; decideva lui come mi dovevo vestire, con chi potevo parlare.

Giada è stata la mia salvezza.

Aver convenuto insieme a Marco che fosse preferibile farla crescere in un unico posto, così da poterle dare stabilità, mi ha salvato la vita.

Qua, specie quando lui è in viaggio per lavoro, posso gestire tutto come voglio io.>>

<<Qui sono Ely e non la moglie del direttore.>>

<<Non è che ti vengono in mente strane idee? Tipo appostamenti dietro agli angoli delle case?>>

<<No, tranquilla.  Amo mio marito e lo rispetto, non ci fa mancare nulla.>>

<<Ma non lo ami quanto amavi Marco>>

<<Credi?>>

<<Per me che conosco entrambe le storie, si, lo credo!>>

la sincerità dell’amica era sempre disarmante, ma aveva ragione.

<<Eh, lo amo ancora in un certo senso!>>

Luciana non commentò quest’ultima confessione detta sottovoce da Eleanor, si limitò a sorseggiare rumorosamente il suo tè.

<<Quella sera della festa in spiaggia ci siamo baciati, lui era un po’ brillo, aveva litigato con la ragazza e si erano lasciati, lui mi ha raccontato che lei era gelosa di me e io ho approfittato della situazione>>.

Luciana rimase in silenzio guardando davanti a sé aspettando che l’amica continuasse a raccontarle tutto.

Eleanor con la coda dell’occhio la sbirciava e vedendola in attesa continuò

<<tu quella sera non l’hai visto perché noi due eravamo in riva al mare, al buio, soli.>>

<<A sbaciucchiarvi!>>

<<Sì, e a parlare di noi. Non te ne ho mai parlato perché me l’ha chiesto lui>>

ora sentiva lo sguardo offeso dell’amica che la ispezionava, ma senza darle tregua continuò

<<e poi il giorno dopo ci siamo incontrati fuori paese e mi ha portata a fare un giro in moto.>>

<<Dove siete andati?>>

<<Al porto, lui teneva d’occhio una barca di una coppia di tedeschi, gli faceva pulizie e manutenzione quando loro erano in Germania, così quando venivano in Italia trovavano tutto in ordine.>>

<<Immagino che loro in quel periodo non fossero in Italia.>>

<<Immagini giusto, quindi quel pomeriggio me l’ha fatta visitare.>>

<<Io non sono mai stata su una barca>>

borbottò sommessamente Luciana.

Eleanor non le diede peso e proseguì

<<Più che una barca a me è sembrato uno yatch di lusso bello grande, ma non sono un’esperta di natanti.

Quello che so è che era stupendo e arredato in modo particolare, mi ricordo perfettamente tutto di quel pomeriggio>>

Eleanor chiuse gli occhi e proseguì

<<salita sulla barca sentivo le onde che la facevano leggermente ondeggiare, all’inizio avevo un po’ di nausea ma poi mi sono abituata.

L’arredamento era tutto sulle tonalità del verde, non era arredata in stile marinaresco come mi sarei aspettata, ma con un tocco molto orientale.

Sulla poppa della barca c’era un bel divanetto molto comodo e rivestito con una stoffa impermeabile e all’interno della cabina, oltrepassata la porta a vetri, un altro divanetto dello stesso verde di quello posto all’esterno, ma con una stoffa molto più sciccosa, fungeva anche da seduta per il tavolo da pranzo che era posizionato proprio accanto.

Nell’altro angolo, una piccola ma essenziale cucina si affacciava sul lato destro della barca dove dalla finestra a vetri incorniciata da delle tendine, verde luccicante, si potevano scorgere le altre barche ormeggiate.

Poi nella parte davanti, il timone, con tutta una serie di comandi, e a fianco una piccola scaletta che ti portava sottocoperta.>>

<<Eccoci, siamo arrivate ad un punto interessante … la sottocoperta, che cosa c’era lì?>>

<<Lucy credimi era da favola! Una volta scese le scale, mi sono ritrovata difronte alla prua della barca dove al centro troneggiava un letto matrimoniale.

La luce che entrava dall’oblò posizionato sopra il letto creava un effetto traslucido sul copriletto, verde.

C’era un buonissimo profumo che mi ricordava molto quello di un bouquet di rose.

All’interno della stanza, a destra, c’era un armadio, mentre a sinistra uno specchio in cui potevo specchiarmi dalla testa ai piedi.

Poi, ma solo verso l’uscita, mi sono accorta che, nella parte sottostante, c’era persino un bagno e una cameretta con un letto a castello.

La camera matrimoniale rimaneva comunque la mia zona preferita.>>

<<Vedo che te la ricordi molto bene!>>

<<Sì una barca indimenticabile e un bellissimo pomeriggio!>>

<<E poi?>>

incalzò Luciana incuriosita

<<Abbiamo guardato il mare, abbiamo giocato a fare i proprietari di quella barca, qualche bacetto, e mi ha riportata a casa!>>

<<Tutto qua?>>

la faccia dell’amica mostrava tutta la sua delusione per un finale così banale, Eleanor le sorrise divertita.

<<tutto qua, poi lui è sparito, tu sei andata a Bologna e io ho incontrato Gianni>>

si affrettò a concludere.

<<Ma dai non fare quella faccia>>

aggiunse guardando Luciana che era rimasta bloccata perché si aspettava un finale più entusiasmante.

<<Ma non puoi finire la storia così, voglio i dettagli!>>

incalzò Luciana, ma Eleanor si strinse tra le spalle e iniziò silenziosamente a giocare con una ciocca di capelli, segnale quello molto chiaro per l’amica che diceva

-lasciatemi in pace-

<<Ok, per ora la finiamo qua, diciamo prima puntata finita, ma nella prossima voglio ulteriori dettagli!>>

Le due amiche rimasero ancora un po’ a godersi la serata evitando di toccare l’argomento Marco, parlando per lo più dei loro progetti di shopping per il fine settimana e dopo un paio di sbadigli si diedero la buonanotte.

Per Eleanor fu una notte travagliata, tutti quei ricordi spingevano per uscire e non riusciva a prendere sonno.

Suo marito dormiva già e lei che gli era accanto, nel buio della sua camera, poteva sentire lo sciabordio delle onde sulla barca.

Le sembrava di ondeggiare, cullata nel posto a lei più sicuro, a lei più caro.

Non era riuscita a raccontare tutto all’amica, quel ricordo dolce amaro le era troppo caro, troppo prezioso; era solo suo e della persona che l’aveva vissuto con lei, Marco.

Lasciò che i ricordi la inondassero e si abbandonò ad essi.

Si ritrovò sulla moto di Marco stretta a lui, non per paura di cadere, ma per poterlo così finalmente abbracciare.

Arrivati al pontile Marco parcheggiò la moto e l’aiutò a scendere.

Eleanor si guardava attorno stupefatta: barche a vela, yatch, motoscafi enormi.

Non aveva mai visto una così grande varietà di natanti, tutti bellissimi e, con il suo zainetto in spalla, continuava a seguire Marco che, tra queste meraviglie, le faceva strada.

<<Eccola!>>

disse bloccandosi e indicandole una barca alla loro destra.

<<Wow! Ma è enorme!>>

esclamò stupefatta.

<<Si, ora dovresti iniziare a chiamarla yatch, sennò non rende l’idea>>

rispose sorridendole.

Lei si perse nel suo sorriso,

le piaceva vederlo sorridere, avrebbe potuto guardarlo per ore.

<<Sali e togliti le scarpe>>

con un balzo saltò sulla passerella, mentre Marco le tendeva una mano per aiutarla.

Luana Cechet

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